Il Sud-Est asiatico è in fiamme e il fumo degli incendi arriva anche sulla pista di Singapore
La città non è nuova a questo tipo di notizie. Negli anni è già successo, come nel 2015, quando A Singapore vennero chiuse le scuole e la circolazione per le strade venne limitata.
Il problema non riguarda solo quello più evidente della visibilità. Il problema più grave è che il fumo è tossico da respirare e questi due fattori insieme potrebbero compromettere la gara. C’è da aggiungere che una cappa di fumo sulla pista aumenterebbe anche la temperatura durante la gara.
Al momento le autorità di Singapore stanno monitorando la situazione e domenica la National Environment Agency di Singapore ha dichiarato:
“Oggi pomeriggio a Singapore si è verificato un peggioramento delle condizioni di foschia. Ciò è dovuto a una confluenza di venti sulla vicina regione che ha portato a una maggiore foschia di fumo proveniente da Sumatra che viene soffiata verso Singapore. Si prevede che le condizioni leggermente nebbiose continueranno e si prevede che i venti prevalenti soffieranno da sud-est o da sud.”
Gli organizzatori del Gran Premio stanno lavorando a stretto contatto con le organizzazioni locali di monitoraggio è dichiarano di avere dei piani nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare
Il piano è stato formulato e perfezionato con insieme a chi di interesse, gli enti governativi e la comunità di Formula 1. Nel caso in cui la foschia causi problemi di visibilità, salute pubblica o operativi, il GP di Singapore lavorerà a stretto contatto con le agenzie competenti prima di prendere qualsiasi decisione collettiva in merito all’evento.”
Gli incendi sono con molta probabilità dolosi e in parte coadiuvati dal clima locale. Infatti i coltivatori locali sono costantemente alla ricerca di nuovi spazi da coltivare, così come sta accadendo in Amazzonia. Inoltre attualmente l’Indonesia si trova in un momento di siccità climatica, causata fra l’altro da uno squilibrio elevato nella oscillazione climatica periodica nominata El Niño (avviene ogni 4-5 anni), che interessa la fascia meridionale dell’oceano Pacifico (El Niño è legato sia alla temperatura delle acque che delle masse d’aria sovrastanti). Questo fenomeno naturale porta siccità e piogge in modo alterno nei paesi che vanno dal Sud-Est asiatico al Sud America. Se normalmente El Niño viene visto anche con favore, negli ultimi anni però il fenomeno è instabile ed eccessivo e sta portando più problemi che benefici.