Bonucci racconta un retroscena inedito della sua infanzia durante la presentazione del suo primo libro

Leonardo Bonucci ha presentato il suo primo libro ‘il mio amico Leo’ che tratta temi davvero importanti e seri come il bullismo. Il protagonista della storia è infatti Andrea, un bambino che subisce numerose aggressioni e minacce da parte di un gruppetto di ragazzini.

In occasione della presentazione, Bonucci ha raccontato alla Gazzetta dello Sport un retroscena inedito e shockante riguardo la sua infanzia. Il difensore bianconero e della nazionale italiana infatti fu anch’egli vittima di bullismo all’età di 14 anni. Ecco le parole in merito :

“C’è un episodio accaduto quando avevo 14 anni di cui non ho mai parlato. Ero a Viterbo, la mia città, e mi sono trovato in una situazione particolare, minacciato da un ragazzo di due anni più grande. Mi ha spinto e mi ha chiesto di dargli quello che avevo in tasca. Ho avuto la freddezza e il coraggio di non farmi mettere i piedi in testa: sono riuscito a dissuaderlo e a scappare, raggiungendo un gruppetto di amici. L’episodio mi ha segnato, ma ho capito che dovevo crescere: se quel ragazzo mi aveva avvicinato, evidentemente aveva visto in me un punto debole”. 

Bonucci si augura che il suo libro possa essere d’aiuto per i ragazzi che hanno subito o subiscono atti di bullismo. Il consiglio del difensore bianconero è quello di parlarne con le persone care e non avere paura di aprirsi e chiedere aiuto.

“Un bullo secondo me ha qualcosa che manca dentro di sé, fa così perché ha vissuto una situazione di difficoltà. Spero che il libro sia di aiuto anche per chi cerca di violentare fisicamente o psicologicamente un’altra persona. Io cerco sempre di far capire ai miei figli che devono parlare di qualsiasi cosa a casa. Che sia una cosa fatta bene o male, è giusto affrontare il dialogo con i genitori, con i nonni, con le persone di cui si fidano. Altrimenti diventa facile chiudersi, smettere di frequentare alcuni posti e complicare le cose. Lo sport aiuta tanto: se sei bravo, il gruppo ti accetta e questo aiuta a essere più sicuri. Io ad esempio da piccolo ero timido, faticavo a chiedere le cose”.

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