src="https://cdn.ampproject.org/v0/amp-auto-ads-0.1.js">

Ci sono 20.000 persone al funerale di Kobe e Gianna Bryant allo Staples Center di Los Angeles. Commovente il discorso della moglie del Mamba Vanessa

In queste ore si sta tenendo presso lo Staples Center di Los Angeles il funerale pubblico di Kobe e Gianna Bryant, morti dopo lo schianto in elicottero del 26 gennaio scorso. Proprio il 2.24 (come si legge negli USA) è la data scelta come i numeri del campione dei Lakers e della figlia, e nel palazzetto si sono presentate 20.000 persone per dare l’ultimo saluto al Mamba e alla Mambacita. Tante le star sia del mondo NBA (Micheal Jordan, Shaquille O’Neal e Pelinka tra gli altri) che dello spettacolo sono accorse a dare omaggio agli scomparsi. Beyoncè ha aperto la cerimonia cantando le sue canzoni, poi è intervenuto Jimmy Kimmel noto presentato televisivo amico di Kobe in un passaggio molto toccante.

Il momento più commevente è stato l’intervento di Vanessa Bryant, moglie dell’ex gialloviola e madre di Gianna, che ha ricordato prima lungamente la figlia: “Vi ringrazio tutti per essere qui e per le vostre manifestazioni d’affetto. Gianna è un’anima dolce, gentile e premurosa. Era la cocca del papà, ma amava anche la mamma e me lo dimostrava sempre. Era la mia migliore amica. Gianna era estremamente competitiva come suo padre, ma aveva anche una grazia tutta sua: il suo sorriso era come un raggio di sole, era tenera e affettuosa dentro, quasi contagiosa, pura e genuina. Kobe e Gianna gravitavano quasi naturalmente l’uno verso l’altra”.

Era una grande atleta, bravissima nella danza, nel basket, nel calcio, nella ginnastica. Amava cantare, nuotare, fiduciosa, sicura di se stessa ma non in modo arrogante, le piaceva aiutare anche le altre persone, anche a giocare a basket, era molto come suo padre in questo. Gianna non ha mai cercato di conformarsi, è sempre stata se stessa, una leader in questo. Mi manca il suo volto, il suo sorriso pronto ad allargarsi, sapevo di poter contare su di lei, era una figlia fantastica perché sapevo che avrebbe fatto sempre la cosa giusta. Credo che fosse destinata a cambiare la visione dello sport femminile, era molto determinata in questo. Il suo obiettivo era diventare una giocatrice della WNBA. La sua storia ricorda che ha amato sempre tutti, e che la gentilezza fa bene a chiunque. Era pienissima di vita, aveva ancora tantissimo da dare a questo mondo e mi manca tantissimo”.

Poi Vanessa ha ricordato il marito: “Kobe Bryant è stato una leggenda, una celebrità. Ma io non lo vedevo così. Per me era il mio tutto, il mio splendido marito e padre delle nostre figlie. Siamo stati insieme da sempre, da quando avevo 17 anni, è stato il mio primo fidanzato ed è poi diventato mio marito. Ci bilanciavamo, io avrei fatto tutto per lui e viceversa. Era affettuoso, romantico, mi adorava, era davvero lui la persona più romantica nel nostro rapporto. Speravamo di diventare vecchi insieme, e la nostra storia d’amore sarebbe stata straordinaria, creando una famiglia meravigliosa. Un paio di giorni prima di andarsene, Kobe mi aveva detto che avrebbe voluto prendersi qualche giorno per stare da soli insieme, perché non abbiamo mai avuto tanto tempo per farlo“.

Kobe era l’MVP dei papà delle bambine, ha insegnato loro a essere coraggiose e le motivava quando le cose non andavano bene. Sapeva sempre che c’era margine di miglioramento e voleva fare meglio per insegnare alle sue ragazze qualunque cosa possibile. Voleva insegnare alle generazioni future di essere migliori, di prendersi le proprie responsabilità nelle proprie scelte. Kobe e Gianna amavano la vita, erano pieni di vita e condividevano le proprie avventure. Dio sapeva che non potevano vivere l’uno senza l’altra, e se li è presi insieme. Speriamo che ora possiate riposare in pace in Paradiso, finché non ci ritroveremo lì assieme”.

Qui il discorso di Vanessa Bryant:

Qui la cerimonia in diretta sul canale dell’NBA:

https://m.youtube.com/watch?v=4K5O3p9UiQE

Di Giuseppe Capizzi

Sono un 28enne napoletano con la passione per lo sport. Seguo tutte le principali competizioni sportive ma in particolare sono malato di calcio e NBA. Amo viaggiare e credo che l'esperienza formativa più grande sia stata visitare New York.

Caricamento...