Nuova puntata della rubrica dedicata ai campioni dell’NBA. Oggi tocca a Dwyane Wade, l’uomo dei tre anelli con i Miami Heat

Generation Sport presenta NBA Tales, una rubrica sulle storie dei protagonisti del basket. Ci sarà una storia legata ad ognuna delle 30 franchigie NBA più 10 racconti “fuori categoria” per colmare il vuoto causato dal Covid-19. Nuova puntata dedicata a Dwyane Wade, dal primo titolo con Shaq all’era dei Big 3, The Flash a South Beach.

Live Fast, Live Flash

Dwyane Wade

Con l’espressione “fast forward” si vuole esprimere l’intenzione di muoversi in avanti in modo veloce. La frase era spesso segnata sui vecchi mangianastri o sui videoregistratori ed era identificata con le due frecce rivolte verso destra. Era il modo per mandare avanti le canzoni o i film fino al punto desiderato nel modo più veloce possibile. La vita di Dwyane Wade è stata segnata da momenti molto bassi durante l’infanzia e l’adolescenza dove il ragazzo avrebbe voluto andare avanti senza soffrire. Andare avanti velocemente può essere anche inteso come movimento fisico e anche in questo D-Wade ne è l’espressione maggiore. La guardia dei Miami Heat esprimeva nella velocità tutto il suo talento tanto da guadagnarsi il soprannome di The Flash. Per questo e per tutto quello che adesso vi racconteremo non potevano altro che denominare questa puntata: Flash Forward.

Dwyane e la sua infanzia difficile

Wade da bambino

Dwyane Tyrone Wade nasce a Chicago nel 1982 da Jolinda e Dwayne Sr. ed è il secondo figlio della coppia. Il bambino sin dai quattro mesi però vive assieme alla madre e alla sorella maggiore Tragil al sud della Wind City poiché i genitori divorziano. Il South Side di Chicago è una delle zone con il maggior tasso di delinquenza (e delitti) degli Stati Uniti e viverci non deve essere facile. A complicare la vita del piccolo Dwyane si mette la madre con le sue dipendenze da droghe e alcool. Jolinda torna a casa strafatta, spaccia e finisce più volte in prigione. Il piccolo affronta problemi che un bambino non dovrebbe affrontare come l’irruzione della polizia e una pistola puntata alla testa. Tragil si occupa spesso del fratellino, gli fa da mamma e lo porta a visitare il padre durante i weekend. Uno di questi fine settimana però la sorella non tornerà a riprenderlo, permettendogli una vita migliore insieme al padre, lontano da una madre tossicodipendente. Il piccolo Dwyane cresce allora sotto una ferrea disciplina e approccia con lo sport. È bravo nel football e nel basket ma se sei di Chicago negli anni 90 sai benissimo quale sarà la strada prescelta.

Dominio nel basket collegiale

Il giovane Dwyane si iscrive alla Harold L. Richards High School ad Oak Lawn e mostra subito le sue capacità sportive. Tuttavia i paragoni con il fratellastro Demetrius, stella della squadra di basket del liceo, lo allontanano i primi anni dal basket e si fa invece valere come ricevitore nel football. L’amore per la palla a spicchi però è troppo grande e nel suo penultimo anno torna in squadra migliorando sensibilmente le sue medie. Nell’ultimo anno, conduce la squadra ad ottimi record e ad attestarsi tra le prime dello stato. Nonostante il grande successo sportivo arrivano solo due proposte dai college a causa del rendimento scolastico.

D-Wade sceglie Marquette per essere allenato da coach Tom Crean. Nel suo primo anno non riesce a prendere posto in squadra a causa dei voti troppo bassi ma il coach decide lo stesso di allenarlo e di dargli un posto come assistente. L’anno “sabbatico” gli permette di capire il basket e nel suo anno da sophomore lo fa notare prepotentemente. Porta Marquette fino ad un record di 26-7, il migliore dal 1994, ma perde al primo turno. Il terzo anno vede Dwyane dominare, contribuendo con un record ancora migliore per la squadra e con l’approdo alle Final Four. Qui la squadra perde in semifinale contro Kansas ma sarà il miglior risultato dal 1977. La gioia più grande però Dwyane quell’anno la avrà dalla madre. Jolinda uscirà di prigione ripulita e vedrà per la prima volta suo figlio su un parquet. L’exploit di DWade gli varrà prima l’inserimento nel primo quintetto All-American e poi il salto nel basket professionistico.

Draft 2003 e i primi playoff

Wade e Pat Riley

La guardia di Marquette prende parte al Draft 2003, uno di quelli più produttivi della storia NBA. Wade viene chiamato alla quinta scelta dai Miami Heat e approda in quel di South Beach. Dopo un inizio stentato, D-Wade e la squadra ingranano arrivando ad un record positivo al termine della stagione e ai playoff. La prima gara in post-season per il numero 3 vede subito l’impronta del predestinato. Wade piazza il jumper a 1 secondo dal termine in faccia a Baron Davis che permise agli Heat di battere i New Orleans Hornets. I Floridians batteranno poi per 4-3 gli Hornets e arriveranno alle semifinali contro gli Indiana Pacers. Wade giocherà una grande serie da leader in punti e assist ma gli Heat verranno sconfitti per 4-2.

L’arrivo di Shaq

La prima grande stagione permise a D-Wade di guadagnarsi la nazionale e fece scattare nella testa della dirigenza degli Heat la voglia di investire per vincere. Durante l’estate la franchigia di Miami cedette Lamar Odom, Caron Butler e Brian Grant per avere Shaquille O’Neal dai Los Angeles Lakers. La nuova coppia gioca una stagione atomica e termine con un record di 59 vittorie su 82. Il numero 3 si fa talmente valere che arriva la prima convocazione all’All-Star Game anche se da riserva. I playoff iniziano con Shaq fuori dai giochi per infortunio ma Wade non ha pietà nello “sweep” ai New Jersey Nets. Altro 4-0 viene rifilato ai Washington Wizards in semifinale, questa volta con O’Neal in campo. Le finali di Conference vedono scontrarsi i Miami Heat e i Detroit Pistons, i Bad Boys 2.0. Dopo un inizio incoraggiante e un 3-2 in favore degli Heat, Wade si fa male ed è costretto a saltare gara 6 e ad essere limitato in gara 7. Detroit ne approfitta e approderà alle Finals.

Flash verso la gloria

La stagione 2005-06 vede gli Heat puntare al titolo con grandi mosse di mercato durante l’estate. Tuttavia l’infortunio di Shaq comporta un inizio stentato e il cambio di allenatore con l’ingresso di Pat Riley. La squadra ne risente positivamente e conquista i playoff. Al primo turno contro la sua Chicago, Wade gioca due gare stupende e porta i suoi in vantaggio 2-0. I Bulls però non si arrendono e in casa pareggiano la serie. In gara 5 Dwyane si fa male ed è costretto a stare fuori, Chicago ne approfitta e si porta largamente in vantaggio. Flash non ci sta e nel finale torna e guida i suoi alla vittoria.

In gara 6 infine gli Heat vincono e vanno in semifinale contro New Jersey. I Nets vincono gara 1 ma con tre successi Miami si porta sul 3-1. In una gara 5 equilibrata sul 106-105 a pochi secondi dalla fine, il 3 piazza la giocata decisiva. Wade intercetta una rimessa di Kidd diretta a Carter e gli Heat portano a casa la serie in 5 partite. La finale di Conference vede il remake dell’anno prima con ancora i Detroit Pistons sulla strada verso la gloria. Questa volta però il copione è diverso e Miami porta a casa la serie con un 4-2.

Per la prima volta campione!

Wade mentre festeggia il titolo

Le prime Finals della carriera di Dwayne Wade vedono come avversario i Dallas Mavericks. Le prime due gare raccontano di Wade e Miami battersi alla pari ma Dallas porta a casa due vittorie. Riley decide allora di mostrare tutte le sue doti da motivatore e qualcosa nella testa della squadra cambia. In gara 3 sotto di 13 a 6 minuti dalla fine, Wade si carica la squadra sulle spalle, segna 12 punti di fila e Miami vince la prima partita della serie. Gara 4 sarà una formalità per Miami mentre in gara 5 esce fuori tutto il talento di Dwyane.

La guardia gioca una gara clamorosa da 42 punti ma soprattutto piazzerà le due giocate decisive della partita: il tiro che manda la gara all’overtime e i due liberi che danno la vittoria. Bisogna spostarsi a Dallas per gara 6 con la possibilità di vincere il titolo. I Mavs iniziano bene ma subiscono una pesante rimonta da parte di Miami e all’inizio dell’ultimo quarto sono sotto di 3. Tre punti che saranno la distanza anche al termine della sfida visto che Terry sbaglierà la tripla del pareggio e consegnerà il titolo NBA ai Miami Heat. La prima grande gioia per Flash che coronerà il sogno di una vita. Una vittoria da assoluto protagonista che gli varrà anche il titolo di MVP delle Finals. Ancora una volta Flash si muoveva velocemente, questa volta verso la storia.

Infortuni e riprese: l’oro olimpico

La stagione successiva vide prima l’infortunio di Shaq e poi quello di Wade durante la regular season. Dwyane si lussò la spalla ma rinunciò all’intervento per giocare i playoff. La squadra nonostante le difficoltà arrivò alla postseason ma venne brutalmente sweppata dai Chicago Bulls. Flash decide allora di operarsi durante l’estate per essere arruolabile nella nuova stagione e rinunciò al torneo di qualificazione olimpico. Il roster però era notevolmente cambiato rispetto a quello del titolo con giocatori non vincenti e con O’Neal e Jason Williams fuori per infortunio. Il risultato finale fu il peggior record NBA con sole 15 vittorie. D-Wade a metà stagione decise allora di dire basta e sottoporsi ad una terapia chiamata OssaTron per il ginocchio malconcio. Decisione presa anche per poter partecipare alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 dove ne sarà protagonista e medaglia d’oro.

Best scorer ma senza MVP

Il poster su Varejao

La stagione 2008/09 vede Dwayne Wade esprimersi al meglio e guidare da leader la squadra nuovamente ai playoff dopo un anno di stop. La guardia gioca una stagione straordinaria a livello offensivo con il clou nell’ultimo match contro i New York Knicks dove piazzerà 55 punti, uno in meno del record di franchigia. Al termine della regular season la media punti sarà di 30.2, la migliore di tutta la lega. Tutto questo però non gli varrà il titolo di MVP dove arriverà solo terzo dietro LeBron James e Kobe Bryant. Atlanta però trionferà sugli Heat al primo turno per 4-3 e Wade dovrà dire addio al titolo. L’anno successivo vedrà lo stesso finale con eliminazione (4-1 dai Boston Celtics) ma Dwyane si toglierà la soddisfazione di vincere l’MVP dell’All-Star Game. In quella season inoltre ci sarà forse una delle istantanee più belle di Dwyane Wade giocatore: il poster su Varejao in una gara di regular season contro i Cavs.

A new era: I Big 3

LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh

Dwyane nell’estate 2010 diventa free-agent e secondo molti aveva maturato l’idea di lasciare la Florida. Gli Heat decidono di solcare un’era dell’NBA per non perdere il suo gioiello: formare i Big 3. Il 7 luglio Wade annuncia la sua firma con Miami che in contemporanea presenta Chris Bosh. Il giorno seguente con “The Decision” LeBron James si unisce agli altri due. In Florida è stato formato un super team. Dopo un iniziale inserimento, la stagione va al meglio e si conclude con un secondo posto ad Est. Ai playoff vengono eliminati prima i Philadelphia 76ers, poi i Boston Celtics (con Wade da oltre 30 punti di media) ed infine i Chicago Bulls, tutte per 4-1.

Alle Finals si presentano di nuovo i Dallas Mavericks, in odore di vendetta del 2006. Miami dopo 3 gare si porta sul 2-1 ma sarà solo un miraggio perché Dallas vincerà 3 gare di fila e le Finals NBA. La nuova season quella che sarà la stagione del lockout vede Miami conquistare la prima posizione ad Est e Wade entrare nella storia. Flash infatti piazzerà una tripla doppia all’All-Star Game 2012 e diventerà il terzo a farlo dopo Micheal Jordan e il compagno LeBron James. Knicks e Pacers soccomberanno facilmente ai primi due turni mentre Boston darà molto filo da torcere agli Heat arrendendosi solo in gara 7. Alle Finals si presentano gli Oklahoma City Thunder con Durant e Westbrook ma gli Heat porteranno il titolo a casa senza grossi problemi dopo 5 gare. Si tratta del secondo anello della carriera di Dwayne, il primo dell’era Big3.

Una delle istantanee più belle della carriera di Wade

Sfida back to back agli Spurs

La voglia di vincere di D-Wade però non si ferma qui e parte l’inseguimento per il titolo back-to-back. La stagione regolare si chiude con 66 vittorie, la migliore della storia Heat. Sweep a Milwaukee e 4-1 a Chicago, Miami arriva alle finali di Conference dove batte Indiana con non poche difficoltà. Arrivati per il terzo anno consecutivo alle Finals, si presenta davanti l’ostacolo San Antonio Spurs. Wade gioca al di sotto delle sue potenzialità nelle prime serie di playoff a causa di diversi infortuni ma arriva pronto per le finali. Risulta decisivo con 32 punti e 6 palle rubate nella vittoria in gara 4 che porta la serie sul 2-2. Gli Spurs vincono gara 5 ma Miami risponde in gara 6 all’overtime. Nella decisiva gara 7 Flash segna 23 punti e 10 rimbalzi e consegna a Miami il secondo titolo consecutivo.

https://m.youtube.com/watch?v=Oo7QACuFYN4

Nel 2013/14 Dwyane accusa diversi problemi e salta tante partite durante la stagione che i tifosi Heat vorrebbero fosse del Three-peat. Miami voleva segnare la sua era come quella dei Bulls di Jordan e i Lakers di Kobe. I turni ad Est vengono superati facilmente contro Hornets, Nets e Pacers e alle Finals si ripresentano i San Antonio Spurs in odore di vendetta. Nella vita degli Heat quando dei texani bastonati ti si ripropongono davanti la storia non sembra avere un lieto fine. Wade non gioca al meglio, LeBron viene completamente oscurato da Kawhi Leonard e il risultato vede San Antonio trionfare. Lo stesso LBJ a fine stagione deciderà di dire addio e di tornare nella sua Cleveland. Si chiude nel peggiore dei modi l’era più florida della franchigia di istanza a Miami.

Bye Miami, Chicago (not) sweet home

Wade ai Bulls

La stagione post Big3 di Wade è abbastanza positiva al netto degli infortuni ma quella di squadra non va di pari passo e Miami non si qualifica per la post-season. La RS 15/16 vede l’esplosione del giovane Whiteside e Miami ritrova i playoff dove però viene eliminata in semifinale dai Toronto Raptors. Gli Heat dell’era dei Big3 non esistevano più e la squadra andava verso una rifondazione. Wade, da free-agent, non trova un accordo economico con Pat Riley e decide di chiudere la sua storia con Miami. Era arrivato il momento per il ragazzo di Chicago di ricongiungersi con la sua città natia. Nel Luglio 2016 D-Wade diventa ufficialmente un uomo Bulls. Al suo fianco ci sono Jimmy Butler e Rajon Rondo ma il feeling di squadra non viene mai trovato. Nonostante questo e un infortunio al gomito per Dwyane, i Bulls raggiungono i playoff dove vengono eliminati dai Celtics al primo turno. La storia d’amore dura però nemmeno un anno: nel settembre 2017 Wade viene tagliato dalla squadra e decide di raggiungere il suo amico LeBron in quel di Cleveland. Qui ricopre un ruolo in uscita dalla panchina avendo davanti a sé Kyrie Irving. Avventura di appena sei mesi e senza troppe tracce quella in Ohio visto che viene scambiato a febbraio 2018 ai Miami Heat per delle scelte.

Ritorno e farewell tour

Il figliol prodigo dopo un paio d’anni di vagabondaggio torna a South Beach. Fa in tempo per giocare le sue ultime gare di post-season (sconfitta 4-1 dai Philadelphia 76ers) e segnare qualche record come quello dei 20000 punti e 5000 assist con un solo team. Ad inizio stagione 2018-19 annuncia il ritiro al termine della stessa e presenta quello che sarà il suo farewell tour, l’ultimo viaggio nei grandi palazzetti dell’NBA. Adam Silver lo convoca in modo eccezionale per il 2019 All-Star Game, il suo tredicesimo. Chiude la sua stupenda carriera con una tripla doppia da 25 punti, 11 rimbalzi e 10 assist in trasferta contro i Brooklyn Nets. Lo scorso 22 febbraio gli Heat hanno celebrato Dwyane Wade con la cerimonia del ritiro del suo storico numero 3.

The legend of Flash

Wade nella classica posa all’America Airlines Arena

La carriera sportiva e la vita di Dwyane Wade è stata quella di una personalità forte e vincente. Un uomo che sin da bambino ha saputo affrontare le situazioni e ne è sempre uscito vincitore. L’ha fatto mostrando i muscoli e correndo veloce verso l’obiettivo della gloria. Quella gloria che gli è arrivata 3 volte e sempre per merito suo nonostante al suo fianco avesse sempre delle figure importanti. Uomo che ha fatto dell’eleganza uno stile di vita sia dentro che fuori dal campo. Wade è stato leader, stella, accentratore, velocista, fantasista, creativo, prepotente. Dwayne Wade prima di tutto però è leggenda. Leggenda di una franchigia mai vincente che da lui ha costruito una mentalità di vittorie. Una delle migliori guardia mai apparse nel gioco, sicuramente la migliore negli anni 2000, capace di segnare una generazione. Dwyane Wade è, è stato e sarà The Flash: l’uomo che corre in avanti.

Di Giuseppe Capizzi

Sono un 30enne napoletano con la passione per lo sport. Seguo tutte le principali competizioni sportive ma in particolare sono malato di calcio e NBA. Amo viaggiare e credo che l'esperienza formativa più grande sia stata visitare New York.

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