Donald Trump, una delle personalità più controverse e discusse al giorno d’oggi. Non tutti però conoscono il suo passato nel mondo del wrestling

Donald Trump non ha bisogno di presentazioni, l’ex presidente degli Stati Uniti, imprenditore e personaggio televisivo è una delle personalità più influenti e potenti al mondo. Pochi però sono a conoscenza del suo passato nel mondo del wrestling: Trump si rese protagonista di un’accesa rivalità con Vince McMahon, culminata a WrestleMania 23.

I rapporti commerciali tra Donald Trump e la WWE risalgono però a molto prima: WrestleMania IV e V (nel 1988 e 1989) si sono tenute infatti presso il Trump Plaza, unica location nella storia ad aver ospitato per due anni consecutivi un’edizione dello show più importante dell’anno.

La Battle of Billionairs con Vince McMahon

La prima apparizione a Raw dell’ex presidente degli Stati Uniti risale alla puntata del 29 gennaio 2007. Donald Trump rovinò la Vince McMahon’s Fan Appreciation Night: l’imprenditore statunitense fece piovere dal soffitto una grande quantità di denaro scatenando l’ira del Chairman della WWE.

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Questa fu la base della loro rivalità, i due si sfidarono in quella che fu definita la Battle of Billionairs. Trump scelse il campione ECW Bobby Lashley come suo rappresentante, mentre McMahon optò per il campione Intercontinentale Umaga. Il perdente tra McMahon e Trump sarebbe stato costretto a radersi a zero, la stipulazione speciale dell’incontro fu infatti un Hair vs Hair match.

Ad arricchire ulteriormente l’incontro fu l’inserimento di ‘Stone Cold’ Steve Austin, storica nemesi di Vince McMahon, nel ruolo di arbitro speciale della contesa.

Donald Trump e Vince McMahon ufficializzano la loro sfida per WrestleMania 23

L’attesissima sfida tra McMahon e Trump si tenne il 1° aprile 2007 a WrestleMania 23 ed a spuntarla fu proprio l’ex presidente degli Stati Uniti.

WrestleMania 23 riscosse un enorme successo ed infatti, con la bellezza di 1.200.000 acquisti in pay per view, si piazzò per anni al primo posto tra gli eventi WWE più venduti di sempre (record superato sono nel 2012 con WrestleMania 28, 1.217.000 acquisti).

I grandi numeri dell’evento sono dovuti anche alla sfida tra Vince McMahon e Trump che catalizzò totalmente l’attenzione dei media.

Ecco le immagini dell’incontro tra Umaga e Lashley, rispettivamente i rappresentanti di McMahon e Trump. Ad avere la meglio fu proprio quest’ultimo e, come da stipulazione, Vince McMahon fu costretto a radersi a zero in diretta mondiale.

La seconda parentesi di Trump in WWE

L’avventura di Trump nel mondo del wrestling non si concluse però con la Battle of Billionairs. Nella puntata di Raw del 15 giugno 2007 la WWE annunciò l’arrivo di un nuovo proprietario il quale avrebbe acquistato la federazione di Vince McMahon.

Il misterioso acquirente fu proprio Donald Trump che si rivelò al pubblico nel corso della stessa serata. L’imprenditore volle subito esaudire le richieste dai fan e sancì un Last Man Standing Match con in palio il WWE Championship tra Triple H e Randy Orton. L’incontro tra i due si tenne la settimana successiva e terminò in pareggio, per questo motivo Randy Orton mantenne la cintura.

Non finirono qui le novità della gestione Trump, l’imprenditore annunciò la prima storica puntata di Raw priva di interruzioni pubblicitarie (lo show del 22 giugno 2007).

La speciale sigla d’apertura di Raw con protagonista Donald Trump

Proprio nella puntata del 22 giugno 2007 terminò la seconda parentesi in WWE di Donald Trump. Vince McMahon offrì un’irrinunciabile somma di denaro all’ex presidente degli Stati Uniti e riconquistò il controllo della compagnia.

La breve seconda parentesi di Trump in WWE fu un pretesto mirato all’aumento degli ascolti televisivi ed anche l’occasione per sperimentare il concetto di Raw senza interruzioni pubblicitarie (formula mai più ripetuta).

Introduzione alla WWE Hall of Fame

Nel 2013 Vince McMahon introdusse Donald Trump nella WWE Hall of Fame. La cerimonia si tenne al Madison Square Garden nel week-end di WrestleMania 29.

Il tributo della WWE a Donald Trump
Il discorso di Trump alla cerimonia della Hall of Fame

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