Nuova puntata della rubrica dedicata ai campioni dell’NBA. Oggi tocca a Dominique Wilkins, figura di spicco degli Atlanta Hawks ’80/’90

Generation Sport presenta NBA Tales, una rubrica sulle storie dei protagonisti del basket. Ci sarà una storia legata ad ognuna delle 30 franchigie NBA più 10 racconti “fuori categoria” per colmare il vuoto causato dal Covid-19. Il protagonista di questa puntata sarà Dominique Wilkins, stella degli Atlanta Hawks, uno degli uomini che hanno fatto grande l’NBA anche senza vincere.

Essere sempre lo sconfitto

Se nel mondo del basket si parla di Atlanta Hawks uno dei primi nomi che viene in mente (oltre al giovane Trae Young) è sicuramente quello di Dominique Wilkins. Il franco-statunitense ha rappresentato una di quelle stelle che ha reso grande l’NBA nel panorama mondiale anche senza vincere niente. Si perché Dominique ha sempre dovuto raccontare la versione dello sconfitto, la stella di una franchigia mai vincente. Sicuramente non è stato fortunato nel giocare in un periodo dove ad Est hanno dominato prima Larry Bird, sua rivalità più grande, e poi Micheal Jordan. E quando sembrava l’anno giusto, gli Hawks lo hanno cacciato via come uno degli ultimi della rotazione. Dominique Wilkins e la capacità di stare sempre dalla parte sbagliata della storia.

Dominique Wilkins in azione

High school e college: la genesi

Dominique Wilkins nasce a Parigi poiché il padre era d’istanza nella capitale francese con l’US Air Force. La famiglia Wilkins qualche anno più tardi  tornerà negli Stati Uniti e si fermerà a Washington in North Carolina dopo un po’ di girovagare nel paese. Nique si iscriverà alla Washington High School dove inizierà il suo percorso nel basket mostrando sin da subito grandi doti. Vincerà il titolo MVP e il titolo statale di squadra in back to back accogliendo su di sé gli occhi di tanti scout. Il ragazzo verrà inserito tra i giovani più interessanti delle high school dalla rivista Sports Illustrated.

In particolare farà molto scalpore una prestazione di 48 punti (9 schiacciate), 27 rimbalzi e 8 stoppate. Nell’anno di passaggio al college, Dominique parteciperà a diversi tornei estivi tra cui il più famoso McDonald’s All-American Game dove metterà 16 punti e 12 rimbalzi. Sceglierà la University of Georgia dove resterà per 3 anni piazzando 21 punti di media a partita e la nomea del giocatore spettacolare. Tanto elettrizzante che si guadagnerà il soprannome di “The Human Highlight Film”, ovvero l’uomo che regala le azioni salienti.

Il Draft e la trade ad Atlanta

Wilkins scelto al Draft dai Jazz

Dopo il terzo anno al college, nel 1982 Wilkins si rende eleggibile al Draft NBA dove verrà scelto alla terza dagli Utah Jazz. Il ragazzo dopo un paio di settimane chiederà subito di essere ceduto per divergenze con lo staff tecnico. Dominique avrebbe voluto giocare da ala piccola mentre lo staff di Utah lo vorrebbero sfruttare come ala grande. Il ragazzo quindi viene spedito agli Atlanta Hawks in cambio di soldi più John Drew e Freeman Williams. A posteriori possiamo sicuramente dire che lo scambio lo abbia vinto Atlanta ma chissà cosa sarebbe ai Jazz degli anni 90 con Wilkins insieme a Stockton e Malone. La prima stagione vede subito la centralità di Wilkins nel sistema di Atlanta e una stagione esaltante per le tante belle giocate. Arriva l’elezione nel primo quintetto dei Rookie ma la corsa degli Hawks si infrange ai playoff contro i Boston Celtics di Larry Bird.

Simbolo senza vittorie

Il campione e i leprecauni diventeranno un vero e proprio incubo per Nique che dovrà imbattersi più volte con la dura realtà. La seconda stagione si attesta ancora con migliori livelli per il ragazzo. I playoff tuttavia si concludono ancora con un eliminazione anche se questa volta contro i Milwaukee Bucks. Durante un anno buio per gli Hawks, nel 1985 Dominique raggiunge lo status di stella dell’NBA.

Arriva il primo titolo personale per il numero 21: la vittoria della gara delle schiacciate all’All-Star Weekend. The Human Highlight Film è nel suo territorio preferito e può mostrare tutte le sue qualità migliori. Wilkins però vuole vincere qualche trofeo di squadra e inizia a portare tanti punti e vittorie. Chiude da miglior marcatore dell’NBA con 30.3 punti di media ma in post-season la musica è la stessa. Al primo turno Dominique si sbarazza di Detroit ma in semifinale sono ancora i Boston Celtics i giustizieri.

L’incubo Larry Bird

Dopo un altra eliminazione ai playoff nel 87 da parte dei Pistons, nel 1988 si alimenta ancora una volta la rivalità fra Bird e Wilkins. In quella semifinale di Conference ne nacque un vero e proprio duello, una battaglia a colpi di magia fra i due contendenti. Il clou lo si raggiunse nella decisiva gara 7: Wilkins e Bird firmano un quarto periodo dove al canestro dell’uno risponde subito l’altro. Alla fine vincerà Boston di due punti, come al solito ci verrebbe da dire, Dominique chiuderà con 47 punti mentre Larry ne piazzerà 34 di cui 20 nell’ultimo quarto. Una delle sfide personali più belle del basket NBA, un piacere per gli occhi ma la conclusione vedeva trionfare sempre quello in maglia verde.

Dominatore delle schiacciate

In quella stessa stagione, The Human Highlight Film perderà anche la gara delle schiacciate sconfitto dal beniamino di casa in quel di Chicago: Micheal Jordan. Sconfitta che desterà non poche polemiche per i voti che porteranno alla vittoria di His Airness. Wilkins per l’ennesima volta si trova dalla parte sbagliata della storia anche nel suo terreno più comodo. L’89 sarà una delle ultime in cui gli Hawks si attestano tra le migliori dell’Est sempre più competitivo e arriva l’ennesima eliminazione al primo turno contro i Bucks. Le medie realizzative in questi anni per Nique si attestano sempre al di sopra dei 25 punti risultando uno dei migliori della lega. Gli anni 90, quelli che vedranno dominare i Bulls, iniziano per gli Hawks con una clamorosa esclusione dai playoff nonostante un record pari al termine della stagione. Wilkins si consola con il secondo titolo della gara delle schiacciate. Il numero 21 degli Hawks batterà in finale Kenny Smith, giocatore dei Kings.

Wilkins allo Slam Dunk Contest

Da perdente a finito

Superato il traguardo dei 30 anni arrivano per Dominique altre due qualificazioni ai playoff con due eliminazioni al primo turno (Detroit nel 91, Chicago nel 93). Nel mezzo il 28 Gennaio del 1992 si rompe il tendine d’Achille in una sfida contro i Philadelphia 76ers, infortunio che lo farà etichettare da molti come “giocatore finito”. Lui però non si perde d’animo e nella season 92-93 piazzerà addirittura il secondo record personale di punti con 29,9. Tutti gli sforzi di Dominique però non sono ricompensati da una vittoria di squadra ma all’orizzonte c’è qualcosa che cambia le prospettive. Micheal Jordan si è ritirato e la stagione 93/94 può essere il territorio di caccia per chi vuole vincere il Larry O’Brian.

L’assurdo addio agli Hawks

Wilkins decide allora di giocare una stagione fantastica e portare Atlanta nell’olimpo dell’NBA. A febbraio la squadra si trova prima ad Est con un record di 36 vittorie e 16 sconfitte e il 21 è il leader indiscusso. Tutto fa presagire come possa essere l’anno del riscatto nonostante la carta d’identità segni 34 anni. Ma ancora una volta il destino del perdente si riversa sul ragazzo nato a Parigi.

La trade: Wilkins in maglia Clippers, Manning in Hawks

Il 24 Febbraio 1994, dopo più di 11 anni di militanza, Dominique Wilkins viene scambiato ai Los Angeles Clippers in cambio di Danny Manning. Il perdente per eccellenza nella franchigia perdente per eccellenza. Una mossa che risulta a molti inspiegabile: scambiare una delle stelle vicina al nono All-Star Game in cambio di un buon mestierante nella stagione che può valere il titolo. Mossa che vorrà fortemente Lenny Wilkins, nuovo coach di Atlanta, perché considererà Manning più funzionale al suo progetto tecnico.

Tra Clippers e Celtics: il mondiale in Canada

In California Wilkins continua a viaggiare su medie realizzative straordinarie ma fallisce l’aggancio ai playoff. Nell’estate del 1994 Nique per la prima volta da professionista può finalmente festeggiare qualcosa. È il mondiale canadese con quello che verrà chiamato Dream Team II e metterà la sua impronta in finale con 20 punti contro la Russia. Da free agent decide di accasarsi ai Boston Celtics che da ragazzo lo avevano spesso buttato fuori. Tuttavia qui trova una squadra in rifondazione e la liaison si chiude dopo un anno. In maglia verde inoltre si attesta il primo calo netto nella produzione offensiva di The Human Highlight Film con medie al di sotto dei 20 punti.

L’arrivo in Europa e il primo titolo

Wilkins ai Pana

Allo scoccare dei 35 anni Nique decide di provare nuove esperienze stimolanti e firma un biennale con i Panathinaikos di Atene. Wilkins approda in Europa. Non è più quel giocatore spettacolare ma la sua forza e la sua tecnica risultano comunque importanti nel vecchio continente. Talmente impattante il 21 da portare i greci alla vittoria dell’Eurolega nel 96. Nelle Final Four di Parigi, suo luogo natio, sarà decisivo sia in semifinale contro il CSKA che in finale contro il Barcellona. Dominique conquista il suo primo titolo di club e il premio di MVP. Vincerà anche la Coppa di Grecia ma perderà ancora una volta il campionato in finale contro gli acerrimi nemici dell’Olympiakos. Anche dall’altra parte del mondo, l’etichetta di sconfitto non vuole proprio lasciare il Wilkins giocatore.

La sciagurata esperienza a Bologna

Arriva la chiamata dei San Antonio Spurs nel 96/97 e Wilkins accoglie l’ultimo biglietto di rilievo in NBA. Il veterano si trova davanti una squadra allo sbaraglio e, nonostante una grande stagione personale, chiuderanno con il peggiore record della lega. Cosa che non dispiacerà in futuro ai texani poiché in quel Draft verrà pescato un certo Tim Duncan che farà la storia della franchigia.

Dom decide però di non dire ancora addio al basket e vuole una nuova avventura europea. Arriva nel nostro bel paese e diventa l’uomo copertina della Fortitudo Bologna. Il franco-statunitense arriva con la voglia di far vincere lo scudetto alle Aquile. Ma ancora una volta il destino del perdente si abbatterà su di lui. Gara 5 di finale scudetto, derby Fortitudo-Virtus, sfida tra Wilkins e Saša Danilovic, i due ex NBA. A 16 secondi dalla fine la squadra di Dominique è avanti di 4 punti e vicina al successo. Danilovic sa che ha bisogno di una tripla veloce se vuole provare a portare la gara al supplementare e scocca un tiro da 8 metri che entra per il – 1. Ma l’arbitro fischia un fallo, Danilovic dovrà andare dalla lunetta per un gioco da 4 perché Wilkins in marcatura lo toccherà nel momento del tiro. Il serbo pareggia e poi le V nere vinceranno ai supplementari. In questa istantanea, poco felice per i tifosi della Fortitudo, si rispecchia tutta la carriera di The Human Highlight Film. Certo questa volta era effettivamente colpa sua mentre agli Hawks coesisteva con un roster non all’altezza.

Il momento di dire basta: icona di Atlanta

Dopo un ultimo anno in casacca Orlando Magic da ultimo della rotazione per giocare assieme al fratello Gerald, nell’estate del 1999 decide di chiudere la carriera sportiva. Fermerà il proprio score NBA a 26668 punti che attualmente lo collocano al tredicesimo posto dei migliori marcatori di sempre. Sarà uno degli otto giocatori a piazzare almeno 25 punti per 10 stagioni consecutive. Sarà un nove volte All-Star e 4 volte nel secondo quintetto. Farà parte della classe 2006 della Hall of Fame di Springfield. Nel gennaio 2001 gli Atlanta Hawks ritireranno il suo numero 21 e dal 2015 ha una statua fuori la Philips Arena.

La sua statua ad Atlanta

Il valore di uno eterno secondo

Ma come fa uno definito perdente ad essere celebrato come un eroe? Beh se qualche sport ti concede questo è proprio il basket. Wilkins ha consegnato ad Atlanta la possibilità di sognare in grande, ha dato spettacolo e la città della Georgia questo non lo ha dimenticato. Dominique si è legato a questa franchigia con il cuore e il tifoso Hawks lo ha capito nonostante di successi non ne siano arrivati. Inoltre Dominique ha fatto parte di quella generazione 80/90 che ha innalzato la fama dell’NBA nel mondo. È stato uno dei giocatori più apprezzati grazie alle sue capacità e al suo gioco elettrizzante. Ha catturato l’attenzione di molti appassionati e ha fatto conoscere la realtà degli Hawks in tutto il mondo. Dominique Wilkins è stato il perdente per eccellenza ma si sa, spesso il tifo viene speso per chi perde.

Dominique Wilkins oggi

Di Giuseppe Capizzi

Sono un 30enne napoletano con la passione per lo sport. Seguo tutte le principali competizioni sportive ma in particolare sono malato di calcio e NBA. Amo viaggiare e credo che l'esperienza formativa più grande sia stata visitare New York.

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