Matteo Pagliarella, podcaster del Pro Wrestling Culture, descrive le emozioni che si provano durante un Live Event di Wrestling, come quello della WWE a Bologna: il tutto raccontando i volti dei fan presenti all’Unipol Arena

Sai che c’è? Questo è ciò che succede quando sei in Live Event della WWE. C’è quel qualcosa nell’aria, quella sorta di lucentezza che hai sempre cercato in un sogno lucido.
Incontrare vecchi amici, dare il benvenuto ai nuovi, condividere emozioni e farsi le foto con i tuoi idoli del Web.
Sai, questo è ciò che succede quando ti ritrovi in fila, ma non quella che hai fatto in precedenza per provare ad acquistare un biglietto ed hai aspettato davvero troppo tempo fino a vederlo svanire nel nulla. Ma ehi, forse quel biglietto singolo riesci a prenderlo e sei davvero in fila con persone reali, non con i Bot dietro un display.
“A me quel lottatore non piace proprio, zero personaggio, non sa nemmeno parlare al microfono” sono le parole che normalmente potresti ascoltare tra la folla mentre sicuramente ci sarà qualcuno che gli risponderà “no dai, non dire così, quel tu supporti quell’altra federazione, ti stai sbagliando, quel lottatore è davvero figo”.
E tutto continua fino a che sei di fronte l’entrata, mostri il tuo biglietto, trovi il tuo posto e finalmente apri i tuoi occhi. Quegli occhi che si sono prosciugati così tante volte quando quel lottatore ha vinto il titolo e tu hai pianto come un bambino davanti al suo idolo di una vita.
L’evento inizia e tu sei totalmente sorpreso.
Non avresti mai pensato questo tipo di scenario, i cattivi lavorano nel farsi odiare dal pubblico, i buoni richiamano l’attenzione battendo le mani come se fossero tamburi della liberazione.
Sai, in quel momento ti giri e sei totalmente immerso in ciò che vedi.
Provi a guardare chi c’è intorno a te e vedi solo Emozioni.
C’è quel ragazzo che è sorpreso da ogni mossa, l’ha sempre e solo visto dietro la televisione, è saltato dal divano ad ogni acuto dei commentatori e non è per niente abituato alla loro assenza. Rimane però ad ascoltare il flusso dei presenti, così tanto che ogni mossa è accompagnata da un urlo e per ogni mossa andata a segno dal cattivo c’è una goccia di sudore si fa strada lungo il suo volto.
C’è quel ragazzo che è tutto il tempo con le mani alzate, totalmente in ostaggio di ciò che sta accadendo. Prova a far partire dei cori che a volte hanno successo e altre no, glielo leggi dal suo volto, ogni sua espressione cambia se è andato a buon fine o meno. La sua faccia è felicemente incazzata, vorrebbe continuare ad urlare in modi disparati per il suo lottatore preferito ma preferisce supportarlo in silenzio, come lo ha fatto ogni volta nella sua stanza mentre si sentiva solo.
E poi c’è l’altro tifoso, il migliore, quello dubbioso, il suo volto è completamente assente ma assorto. Lui non sa cosa fare, vorrebbe prendere il suo cellulare e iniziare a registrare un video, ci ripensa e prova ad allungare il collo per vedere meglio la scena sul ring o l’ingresso del suo beniamino.
Sai, ci sono davvero tante facce quando guardi uno show di wrestling, ma solo tu conosci bene qual è la tua. Non solo l’espressione sulla tua faccia, ma quella dentro l’anima.

Caricamento...